Nasce oggi questa etichetta che unisce due cantine geograficamente distanti ma vicine per intenti e visioni
La vigna del Nero Musquè, è poco distante da Camporeale, si trova nella frazione di Grisì, sulle colline della costa di Bisaccia a 400 mt slm di altitudine. È una vigna che ha una storia particolare, fatta di viaggi e di incontri, di ricerca e di sinergie. Idealmente è una prosecuzione all’altezza della storia stessa del vitigno.
Il vitigno e la sua storia
Il Moscato Nero, o Moscato delle Rose anche detto per alludere alla sua aromaticità, è un vitigno a bacca rossa che nei secoli ha viaggiato molto e ha lambito diverse coste del Mediterraneo, dalla Grecia (pare che qualche notizia lo faccia risalire all’isola di Lesbo) all’Istria e da lì si è introdotto all’interno, sui Colli Euganei grazie alle instancabili rotte veneziane. Ma ne abbiamo traccia anche in Sicilia dove i Principi di Campofranco imparentandosi con gli Asburgo, nel 1850, si trasferiscono in Alto Adige, portando con loro alcune marze. Insomma, un vitigno migrante che ha attraversato secoli e territori diversi e che si è adattato più o meno bene nel luogo dove è stato impiantato.
Tuttavia è un vitigno complesso da gestire a causa anche della sua impollinazione: fa solo fiori femminili e serve vento costante per aiutarne la fecondazione e le sue rese spesso sono incostanti.
Bisogna amarlo, come esigono tutte le cose difficili.
E nella storia della vigna di cui vi stiamo raccontando, l’amore non mancò di certo. Quello di Franco Zanovello che già quasi vent’anni fa, avviando una sperimentazione sui moscati con l’Istituto Regionale Vite e Vino della Sicilia, trovò l’occasione di salvare, in Veneto, qualche tralcio dall’estirpazione. E il viaggio per il Moscato Nero continuò in Sicilia, vicino casa nostra, appunto. “L’innovatore del vino” sui Colli Euganei, come lo appellarono alcuni giornali, impiantò la vigna con qualche migliaio di piante che oggi popolano un ettaro di vigneto su sabbie tufacee. Accarezzata dai venti che favoriscono l’impollinazione, la sua produzione ha trovato la sua più adatta dimora qui a casa nostra.
Noi e Ca’ Lustra
E poi ci sono gli incontri, quelli dove l’affinità emerge alle prime battute e strette di mano. Così è successo tra noi e Franco Zanovello prima, e con Linda e Marco dopo, eredi dell’azienda di famiglia. Per noi il pensiero che un vitigno antico fosse salvato per puro spirito di ricerca e passione ci ha entusiasmato fin da subito. Lusingati anche dal fatto che nel nostro territorio ha deciso di fermarsi e riaffermarsi – dopo tanto peregrinare – e dare il meglio di sé. E così abbiamo deciso di accoglierlo, dargli il giusto riconoscimento con una vinificazione rispettosa della sua storia e senza forzature. Lo abbiamo fatto anche un po’ nostro, insomma tanto che nasce oggi, questa etichetta che unisce le identità di entrambe le cantine, con una retro etichetta a rivelare il progetto.
Il vino
Ecco dunque il Nero Musqué, che vi invitiamo a degustare alla prima occasione. Intanto possiamo dirvi che è un vino elegante, ottenuto da uve stramature con succo denso e dolce. La fermentazione inizia e termina spontaneamente nell’arco di un mese, e la vita del vino continua in vecchie botti fino al suo naturale assestamento.
Le sue note dolci lo rendono ideale per abbinamenti con croccanti di frutta secca, cioccolato non troppo fondente e alcuni formaggi erborinati. Ma il Nero Musqué è anche un perfetto vino da meditazione e una chicca da condividere in famiglia e con gli amici, soprattutto nei prossimi giorni di questo tanto atteso autunno.